10. LA VITA DI CRISTO
-La vita di Cristo fu predetta molto tempo prima della Sua nascita
Ogni uomo che viene sulla terra si affida alla promessa pronunciata in cielo da Gesù Cristo di essere il nostro Salvatore. Senza di Lui, l’intero piano di salvezza sarebbe fallito. Poiché la Sua missione era necessaria, tutti i profeti, da Adamo a Cristo, testimoniarono della Sua venuta (vedere Atti 10:43). Tutti i profeti dopo Cristo hanno testimoniato che Egli venne. Tutti noi dobbiamo studiare la vita del Salvatore e seguirLo fedelmente per tutta la nostra vita.
Per l’insegnante: Forse in questo capitolo c’è più materiale di quanto riuscirai a utilizzare
nella classe. Nel corso del tuo studio per la preparazione della lezione, cerca la guida
dello Spirito per determinare quali parti possono essere di maggior beneficio per coloro
a cui insegni.
Anche Noè e Mosè portarono testimonianza di Lui. Circa 800 anni prima della nascita del Salvatore sulla terra, Isaia profetizzò in merito alla Sua vita. Quando Isaia vide il dolore e l’agonia che il Salvatore avrebbe sofferto per pagare il prezzo per i nostri peccati, esclamò:
«Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare col patire… E, nondimeno, eran le nostre malattie ch’egli portava, erano i nostri dolori quelli di cui s’era caricato…Egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità…Maltrattato, umiliò se stesso, e non aperse la bocca. Come l’agnello menato allo scannatoio» (Isaia 53:3–7).
-> Quali sono alcune delle antiche profezie su Gesù Cristo?
-Egli era l’Unigenito del Padre
-> Che cosa ereditò Gesù Cristo da Suo Padre? Che cosa ereditò da Sua madre?
La storia della nascita e della vita del Salvatore si trova nel Nuovo Testamento, nei vangeli di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Da quanto hanno scritto sappiamo che Gesù nacque da una vergine di nome Maria, che era fidanzata con Giuseppe quando le apparve un angelo del Signore. L’angelo le disse che ella sarebbe stata la madre del Figlio di Dio. Ella gli chiese come ciò sarebbe stato possibile (vedere Luca 1:34). Egli le disse: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua; perciò ancora il santo che nascerà, sarà chiamato Figliuolo di Dio» (Luca 1:35).
Gesù è l’unica persona sulla terra nata da una madre mortale e da un padre immortale. Per questo motivo è chiamato l’Unigenito Figliuolo. Da Suo Padre ereditò la Divinità. Dalla madre ereditò l'umanità e l’essere soggetto alla fame, alla sete, alla fatica, al dolore e alla morte, assumendo nella sua carne la natura umana e e quella divina , Egli è Vero Dio e vero Uomo. Nessuno avrebbe potuto togliere la vita al Salvatore se Egli non avesse voluto. Aveva il potere di deporre il Suo corpo e di riprenderlo di nuovo dopo la morte. (Vedere Giovanni 10:17–18).
-Egli visse una vita perfetta
-> Che significato ha per noi la vita del Salvatore?
Fin dalla Sua giovinezza, Gesù obbedì a tutto ciò che Gli fu chiesto dal nostro Padre in Cielo. Sotto la guida di Maria e di Giuseppe, Gesù crebbe come tutti gli altri bambini. Egli amava e obbediva alla verità. Le Scritture ci dicono che: «Il bambino cresceva e si fortificava, essendo ripieno di sapienza; e la grazia di Dio era sopra lui» (Luca 2:40).
All’età di dodici anni, Gesù era cresciuto nella comprensione di essere stato mandato sulla terra per compiervi la volontà di Suo Padre. Andò a Gerusalemme con i Suoi genitori. Mentre tornavano a casa, i suoi genitori si accorsero che Lui non era con loro. Tornarono quindi a Gerusalemme per cercarLo. «Ed avvenne che tre giorni dopo lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, ed essi lo ascoltavano e gli ponevano delle domande» (Luca 2:46). «E tutti quelli che l’udivano, stupivano del suo senno e delle sue risposte» (Luca 2:47).
Giuseppe e Maria furono sollevati per averLo ritrovato, ma «sbigottirono; e sua madre gli disse: Figliuolo, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre ed io ti cercavamo, stando in gran pena. Ed egli disse loro: Perché mi cercavate? Non sapevate ch’io dovea trovarmi nella casa del Padre mio?» (Luca 2:48–49).
Per compiere la Sua missione, Egli doveva fare la volontà del Padre Suo. «Io non fo nulla da me», dichiarò, «ma dico queste cose secondo che il Padre m’ha insegnato… Perché fo del continuo le cose che gli piacciono» (Giovanni 8:28–29).
All’età di trent’anni, Gesù si recò da suo cugino Giovanni il Battista per essere battezzato nel fiume Giordano. Giovanni era riluttante a battezzare Gesù perché sapeva che Gesù era più grande di Lui. Gesù chiese a Giovanni di battezzarLo per «adempiere ogni giustizia». Giovanni battezzò il Salvatore immergendoLo completamente nell’acqua. Dopo che Gesù fu battezzato, Suo Padre parlò dai cieli, dicendo: «Questo è il mio diletto Figliuolo, nel quale mi sono compiaciuto». Lo Spirito Santo discese come dimostra il segno della colomba. (Vedere Matteo 3:13–17).
Subito dopo essere stato battezzato, Gesù digiunò per quaranta giorni e quaranta notti per essere con Dio. Poi Satana venne a tentarLo. Gesù resistette con fermezza a tutte le tentazioni di Satana e poi gli comandò di andar via. (Vedere Matteo 4:1–11; vedere anche Matteo 4:1). Gesù Cristo rimase senza peccato, l’unico Essere perfetto che abbia mai calpestato questa terra (vedere Ebrei 4:15; 1 Pietro 2:21–22).
-> Quali storie della vita del Salvatore hanno particolare significato per te?
-Egli ci insegnò come amarci e servici gli uni gli altri
-> In che modo il Salvatore ci insegna ad amarci e a servirci gli uni gli altri?
Dopo aver digiunato e dopo aver incontrato Satana, Gesù iniziò il suo ministero pubblico. Egli era venuto sulla terra non soltanto per morire per noi, ma anche per mostrarci come vivere. Egli ci insegnò che ci sono due grandi comandamenti: il primo, amare Dio con tutto il nostro cuore, anima e mente; il secondo, amare gli altri come noi stessi (vedere Matteo 22:36–39). La Sua vita è un esempio di come dobbiamo obbedire a questi due comandamenti. Se amiamo Dio, confideremo in Lui e Gli obbediremo, come fece Gesù. Se amiamo gli altri, li aiuteremo a soddisfare le loro necessità fisiche e spirituali.
Gesù dedicò la Sua vita a servire gli altri; guarì le loro malattie, ridette la vista ai ciechi, l’udito ai sordi e fece camminare gli storpi. Una volta, mentre stava guarendo gli ammalati, si fece tardi e la gente era affamata; invece di mandarla via, Egli prese cinque pani e due pesci e fu miracolosamente in grado di nutrire una moltitudine di cinquemila persone. (Vedere Matteo 14:14–21). Gesù insegnò che quando incontriamo una persona affamata, infreddolita, nuda o sola, dobbiamo aiutarla al massimo delle nostre capacità. Quando aiutiamo gli altri, stiamo servendo il Signore. (Vedere Matteo 25:35–46).
Gesù amava gli altri con tutto il Suo cuore. Spesso la Sua anima era così ripiena di compassione, da indurLo a piangere. Egli amava i bambini, gli anziani, gli umili e la gente semplice che aveva fede in Lui. Amava anche i peccatori e, con grande compassione, insegnò loro a pentirsi e a essere battezzati. Egli insegnò: «Io son la via, la verità e la vita» (Giovanni 14:6).
Gesù amava anche coloro che peccavano contro di Lui e non volevano pentirsi. Al termine della Sua vita, mentre era sulla croce, Egli pregò il Padre in favore dei soldati che Lo avevano crocifisso, dicendo: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23:34). Egli insegnò: «Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io ho amato voi» (Giovanni 15:12).
-> In quali modi possiamo mostrare al Signore che Lo amiamo?
-Egli ci lasciò una Missione divina
-> Perché il Salvatore ci lasciò una missione e ordinò apostoli?
Gesù voleva che il Suo vangelo fosse insegnato a tutti i popoli della terra, così scelse dodici apostoli perché portassero testimonianza di Lui. Essi ricevettero la missione di agire nel Suo nome e di compiere le opere che Gli avevano visto fare. Dopo la Sua morte, gli Apostoli continuarono a svolgere la Sua opera sino a quando la gente diventò così malvagia che li uccise.
-Egli ci redense dai nostri peccati e ci salvò dalla morte
-> Nel corso dello studio di questa sezione, concediti del tempo per meditare sugli eventi dell’Espiazione.
Per l’insegnante: La meditazione invita lo Spirito. Considera la possibilità di
chiedere ai membri della classe o della famiglia di leggere in silenzio le due sezioni
finali di questo capitolo considerando i loro sentimenti per il Salvatore. Poi invita
coloro che si sentono a proprio agio nel farlo a condividere i loro pensieri con la
classe.
Sul finire del Suo ministero terreno, Gesù si preparò a compiere l’ultimo grande sacrificio per tutti i peccati del genere umano. Egli era stato condannato a morire per aver rivelato agli uomini di essere il Figlio di Dio.
La notte prima della Sua crocifissione, Gesù andò in un giardino chiamato Getsemani. Ben presto si sentì gravato da un profondo dolore e, mentre pregava, piangeva. Gesù, «andato un poco innanzi, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi» (Matteo 26:39).
Ma le Sue sofferenze non erano ancora finite. Il giorno dopo Gesù fu percosso, umiliato e Gli fu sputato addosso. Fu costretto a portare la Sua croce sino al Calvario dove fu crocifisso. Fu torturato in uno dei modi più crudeli mai concepiti dall’uomo. Dopo aver sofferto sulla croce, nel tormento dell’agonia, Egli gridò: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» (Marco 15:34). Nell’ora più amara per Gesù, il Padre si era ritirato da Lui in modo che Gesù potesse portare a compimento il processo di sofferenza per i peccati di tutto il genere umano per poter così vincere appieno le forze del peccato e della morte.
Quando il Salvatore seppe che il Suo sacrificio era stato accettato dal Padre, esclamò a gran voce: «È compiuto» (Giovanni 19:30). «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio» (Luca 23:46). Egli chinò il capo e volontariamente rese il Suo spirito. Il Salvatore era morto. Un violento terremoto scosse la terra.
Alcuni amici portarono il corpo del Salvatore in una tomba dove vi restò per tre giorni. Durante questo periodo il Suo spirito scese negli inferi (vedere 1 Pietro 3:18–20). Il terzo giorno, una domenica, Egli ritornò al suo corpo e lo riprese. Fu il primo a vincere la morte. Si era adempiuta la profezia che Egli «dovea risuscitare dai morti» (Giovanni 20:9).
Il Suo sacrificio fu una dimostrazione del Suo amore per Suo Padre e per noi
Gesù insegnò: «Nessuno ha amore più grande che quello di dar la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate le cose che io vi comando» (Giovanni 15:13–14). Egli affrontò volontariamente e umilmente il tormento del Getsemani e la sofferenza sulla croce affinché noi potessimo ricevere tutte le benedizioni del piano di salvezza. Per ricevere queste benedizioni, dobbiamo venire a Lui, pentirci dei nostri peccati e amarLo con tutto il nostro cuore. Egli disse:
-> Quali sono i tuoi sentimenti quando pensi al sacrificio del Salvatore per te?
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Ulteriori passi delle Scritture e altre risorse
Matteo, Marco, Luca, Giovanni (Vita e insegnamenti di Gesù Cristo)
Matteo 10:1–8; Luca 9:1–2 (Gli apostoli ordinati e dotati di potere e di autorità)
Matteo 26–28; Marco 14–16; Luca 22–24; Giovanni 18–20 (Gesù nel Giardino; tradito, crocifisso e risorto)