Come parte della nostra esperienza terrena, siamo tutti soggetti ad un velo che oscuro il nostro sguardo spirituale e non ci permette di vedere le cose spirituali che fluttuano intorno a noi! Il velo Questa condizione ci porta a dimenticare e allontanarci dalle verità che il Vangelo ci insegna. Se non superiamo il nostro stato decaduto, diventeremo naturalmente solleciti a commettere iniquità, ma lenti a ricordare il Signore nostro Dio.
Con ogni comandamento che ci dà, Dio promette di preparare per noi una via affinché possiamo compiere quello che egli ci comanda (Isai 43:19). Per permetterci di obbedire al Suo comandamento di ricordare, il Signore ha preparato dei memorandum.
In effetti, tutte le cose sono create e fatte per portare testimonianza e ricordarci di Cristo (vedere Gv1:3,10;Eb1:2;Col1:16;1Cor8:6 ). Servono, per esempio, a ricordarci di Lui quando vagando per i boschi udiam gioiosi uccelli cinguettar. Persino le pietre possono gridare come testimonianza e ricordarci di Gesù (vedere Luca 19:40). In effetti, l’intera terra, sia in modo udibile che visivo, porta una magnifica testimonianza e offre splendidi memorandum del suo Creatore.
Ai memorandum apparentemente casuali di tutta la creazione si aggiungono quelli più formali che troviamo nei Sacramenti. Ad Israele furono date ordinanze precise da eseguire per tenerlo nel ricordo di Dio e del suo dovere verso di lui. Se la gente ricordasse, non ci sarebbe mai un apostata, non ci sarebbe mai un crimine, se ricordasse davvero, le alleanze contratte al fonte battesimale o all'Altare del Sacramento.
L’Espiazione di Cristo è sia universale che individuale! Così lo sono i Suoi promemoria. Quindi, oltre alle ordinanze uguali per tutti, Egli ci offre promemoria di Lui diversi e personalizzati. Per esempio, è improbabile che materiali normalissimi come l’argilla o il fango facciano sì che molte persone si ricordino di Gesù o si si sentano piene di emozione e gratitudine per Lui. Eppure, l’uomo a cui fu restituita la vista quando Gesù ne spalmò gli occhi con dell’argilla probabilmente Lo ricordava con amore ogni volta che vedeva l’argilla o il fango! (vedere Giovanni 9:6–7). Né è probabile che Naaman sia mai stato in grado di vedere un fiume, in particolare il Giordano, senza pensare al Signore che lo aveva guarito lì (vedere 2 Re 5:1–15). Ciascuno di noi ha ricevuto uno o più promemoria personalizzati di Cristo. Teneteli presenti e ricordateLo!
Le Scritture, resoconti dei rapporti di Dio con i Suoi figli, parlano spesso di rendere o “portare testimonianza” di Lui (vedere 2 Corinzi 8:3; 1 Giovanni 5:7). I momenti in cui sentiamo profondamente lo Spirito sono un dono che, nell’immediato, crediamo che non dimenticheremo mai. Tuttavia, la nostra condizione di dimenticanza fa sì che anche la vividità delle esperienze più profonde svanisca col passare del tempo. Una pagina di diario, una fotografia o un documento possono aiutarci non solo a ricordare momenti profondi, ma anche a rievocare le emozioni e lo Spirito che abbiamo sentito.
In fin dei conti, possiamo portare testimonianza della verità perché abbiamo ricevuto testimonianza di essa tramite lo Spirito Santo, che è “la testimonianza del cielo”. lo Spirito Santo registra la verità su “tavole che son [i nostri] cuori di carne” (2 Corinzi 3:3). Lo Spirito ci aiuta a ricordare Cristo e tutto ciò che ci ha insegnato (vedere Giovanni 14:26).
Ricordare Gesù porta alla redenzione e alla salvezza. Considerate il ruolo che il ricordo ha svolto nella redenzione di uno dei tanti Persecutore della chiesa che vi narro in questa storia. Quando l’angelo apparve, gli comandò di “non cercare più di distruggere la chiesa”. Ma ancor prima di emanare quell’editto, l’angelo dichiarò: “Ricorda la schiavitù dei tuoi padri […] e ricorda quali grandi cose [Cristo] ha fatto per loro; poiché essi erano in schiavitù, ed egli li ha liberati”. L’esortazione dell’angelo a ricordare non era semplicemente una saggia direttiva, Era un indizio specifico, un suggerimento amorevole, su come poteva sopravvivere all’esperienza di premorte che stava per avere.
Una ventina di anni quell'uomo raccontò a suo figlio, con particolare intensità, quello che aveva provato mentre giaceva paralizzato e muto per tre giorni, “[pentendosi] quasi fino alla morte". È vero che dopo che l’angelo se ne fu andato, egli si ricordò; ma tutto ciò che riusciva a ricordare erano i suoi peccati.
“Ero angosciato da un tormento eterno”, ricordò. “Sì, ricordavo tutti i miei peccati e tutte le mie iniquità, per le quali ero tormentato dalle pene dell’inferno”. Il pensiero di stare davanti a Dio riempì quell'uomo di un tale “orrore inesprimibile” che egli pensò di fuggire, non semplicemente morendo, ma “[estinguendosi] anima e corpo”.
Qui dovremmo fermarci e capire: quell'uomo non stava semplicemente scontando una terribile pena di tre giorni precedentemente stabilita quale giusta conseguenza per i suoi peccati. No, quei primi tre giorni rappresentavano la fase iniziale dell’essere “circondato dalle catene eterne della morte".
Sicuramente, sarebbe rimasto in quello stato terribile per più di tre giorni (invero, per un periodo indefinito) se non fosse stato per il fatto che, per fortuna, in qualche modo, da qualche parte, ricordava che suo padre aveva parlato“riguardo alla venuta di un certo Gesù Cristo, un figlio di Dio, per espiare i peccati del mondo”. Poi aggiunse:
“Ora, mentre la mia mente si soffermava su questo pensiero, gridai nel mio cuore: O Gesù, tu, Figlio di Dio, abbi misericordia di me che sono nel fiele dell’amarezza e sono circondato dalle catene eterne della morte. Quando pensai questo, non potei più ricordare le mie pene; sì, non fui più straziato dal ricordo dei miei peccati”.
Quell'uomo seguì la perentoria esortazione dell’angelo a ricordare. Si ricordò di Gesù. E, proprio come aveva liberato i sui antenati dalla loro prigionia, Gesù liberò quelluomo dalla sua.
Che tenera misericordia e che potente liberazione! Che sorprendente mutamento di cuore e di mente! Quell'uomo, che solo pochi istanti prima pensava di sfuggire alla presenza di Dio estinguendosi, ora immaginava Dio e i Suoi santi angeli e “anelava ad essere là”.
Questa trasformazione miracolosa fu attivata da un semplice ricordo. L’esperienza di questo uomo dà un significato letterale alle parole “Ed ora, o uomo, ricorda, e non perire”.
Mentre ci sforziamo di ricordare sempre Gesù, è importante tenere a mente che Egli si ricorda sempre di noi. Egli ci ha impressi sul palmo delle Sue mani (vedere Isaia 49:16). Pensateci! Il caritatevole Gesù non ci dimenticherà! Non può dimenticarci, eppure dimentica tanto facilmente e volentieri i peccati che abbiamo commesso e che Lo hanno ferito così tanto! Ed è questo aspetto che vale la pena ricordare. Nel nome di Gesù. Amen
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